Pensieri

Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.


Pensieri

Dolore, Tristezza, Malinconia

Mi capita di riflettere a queste tre emozioni: il Dolore, la Tristezza e la Malinconia.

La vita può presentare questo conto ad ognuno di noi, in momenti inattesi o consumati, ma certo penso che l'attraversamento di queste emozioni sia accaduto.

Il Dolore puzza di esplosione interiore ed esteriore, quando mi ha falciato me lo sono sentito come odore di pelle bruciata, senza fiato, come iperbole massima che mi sembrava insuperabile. Invece come diceva Bukowski, "chi ha subito un danno è pericoloso, sa si possa sopravvivere". Terribile da scrivere, ma è così. Il dolore annienta, ma per un tempo, il dolore spacca, ma in un lasso. Poi lentamente si sopisce perché la spinta a proseguire è spesso forte.

Ed è lì che la Tristezza si propone, diventa come un sottotono del Dolore, come a dire che proprio capendo come e quanto la vita prosegua anche senza che noi lo desideriamo magari per tempo e contenuto, questa emozione accompagna i giorni dando questo tono soffuso di lacrime e smarrimento. La Tristezza è una tonalità per me edulcorata del Dolore, ma ugualmente invalidante e specie quando si insedia per un tempo non breve, portatrice di cattivi consigli e di lenti della vita erronee.

Eppure, eppure, io ho paura vera su tutto della Malinconia: lei è come un tarlo, diventa membro esecutivo del sonoro del vivere, è silente, melliflua, non si coglie, ma cambia la percezione del colore della vita, delle relazioni e dei sentimenti. Non è violenta come le prime due, è subdola, ma dipinge il resto della vita in una sorte di oppiaceo invisibile, come inoculato con una flebo. La Malinconia è difficile da combattere secondo me, diventa un occhio più spento, un cuore meno battente, una speranza meno ossigenata, un sorriso malchiuso, un abbraccio stentoreo.

Nella Malinconia risiedono molti degli errori che credo possiamo perpetrare in primis alla nostra dignità, è un luogo di privazione, di annullamento, di rinuncia in automatico, di costruzione di un proprio sè amputato.

In una giornata zeppa di sole, avevo voglia di pensarci e di condividerlo.

Scrollare la Malinconia dal nostro noi è lavoro minuzioso, costante, certosino e soprattutto orientato.

Non una canzone, un viaggio o un cibo: no, piuttosto mettere al centro il diritto ad esistere e meritarci qualcosa di buono, anche portatori di errori, ma pronti a un perdono che ci è dovuto.