Coaching
Oggi l'ansia da prestazione coglie molti manager e imprenditori. E' normale rispetto al grado di complessità dello scenario di riferimento. Fare il coach ed in alcuni casi il councellor significa affiancare allenando i miei clienti, in un'interazione personale e professionale nel contempo. Decidere conoscendo le proprie emozioni, il modo in cui pensiamo di formulare un pensiero è un modo meglio ecologico di esercitare la leadership.
Coaching
La riconoscenza
Dietro alla riconoscenza c'è un sentimento spesso di attesa che gli altri vedano quello che noi pensiamo di fare bene per loro. E' un sentimento atteso nel senso che si spera e che se non giunge spesso ferisce e lascia appoggiati stanchi su una panchina della delusione.
Quando agiamo per amore, per affetto, per il bene di qualcuno - o riteniamo di farlo visto come la vita sia lastricata di buone intenzioni mal comprese - ci piace immaginare un looping magico fatto di restituzioni: gioia per un viaggio, baci per un dono, lealtà per una relazione professionale, un abbraccio di un figlio.
La riconoscenza io non sento più debba far parte delle mie attese verso gli altri: preferisco restare concentrato sulla gioia ed il benessere che a me regala fare del bene o qualcosa di speciale. La speranza di un ritorno la ripongo nell'area della piacevole sorpresa e dello stupore qualora accadesse. Mi estraneo insomma dalla magia, in realtà per non restare tramortito dall'incontro con la pochezza surmontante.
Se magia sarà, bellissimo viverla, se magia non sarà mi sentirò lo stesso contento di avere compiuto qualcosa che in primis a me fa sentire bene.
Se giocassi a scacchi potrebbe apparire un arrocco, forse lo è.
Ma nella partita della vita, per chi ha cuori grandi e sensibilità forti, il rischio di perdere le partite è molto alto.
Scacco matto al cuore.