Pensieri

Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.


Pensieri

Ciao Marco

Caro Marco,

vorrei iniziare il mio saluto dicendo che non cancello mail e cellulare dal mio IPhone perchè le persone come te non muoiono mai davvero, l'ho fatto solo con il mio papà e con mia sorella questo gesto, sappilo.

Ora tutti per ore e giorni e mesi ti inceseranno, accade così, anche quelli per i quali eri il Marco Taglia Nastri, quelli che non avevano capito la parte profonda e speciale di te, almeno ai miei occhi ben oltre la facciata politica.

Ti ho conosciuto nel 1992, ho nel cuore una cena di festeggiamento elettorale con Marco Bazzi alla Taverna di Campione con risate incontenibili. Poi abbiamo iniziato a lavorare assieme, ai tempi in cui seguivo alcune cose anche per Marina, due ragazzi diversi e speciali in Consiglio di Stato. Rammento poi l'arrivo di Ilaria, che prendesti al Giornale del Popolo a Filippo e che da allora è stata sempre al tuo fianco, ispiratrice e visionaria.

Molto lavoro, tante occasioni. Poi nel 2007 mia nipote il 6 aprile cade dal treno a Lugano e entra in coma, mio padre muore il giorno dopo a Milano. Tu mi chiami, mi stai vicino. Il tempo scorre, io poi mi occupo di analisi transazionale ed inizia un periodo fitto fitto in cui soli parliamo di cose molto intime, sia tue sia mie. Parliamo di genitori, morte, vita, amore. Sono momenti preziosi per entrambi. L'amicizia prosegue, io non ne parlo con nessuno e tu nemmeno. Cresci sempre più, una notte a Bellinzona mi racconti che in realtà ti piacerebbe morire facendo il Sindaco di Lugano, che è quello che senti tuo davvero, che il sabato mattina da ancora Consigliere di Stato amavi scendere in città a camminare e bere il caffè. Accade. Giorgio Giudici ferisce una parte profonda di te, molto, tu lo rispettavi tantissimo, l'ho visto e sentito. Vinci. Diventi Sindaco, ti realizzai la campagna allora e ne fui orgoglioso. Eri un cliente speciale della politica: pagavi subito le fatture, non chiedevi mai nulla di particolare o un trattamento o un favore, eri un signore, raro. In realtà eri anche un cliente pessimo, perchè secondo me avresti vinto anche senza qualsiasi supporto.

Poi la seconda elezione, io parto con il progetto di Rudolf Caracciola, grande pilota, sepolto a Castagnola, volevi aiutarmi anche lì, i tuoi municipali forse non colsero, tu sì. Ancora presenza semplicità empatia sorriso fattualità e su tutto capacità di delega. Quello che molti tuoi detrattori non colsero di te era che tu fossi capace di delegare non per leggerezza, ma per volontà a dare spazio a chi ne sapesse di più. Ma controllavi.

Eri generoso, premuroso, presente, ma dentro di te, io lo so, con mille domande e contrasti che non hai mai fatto pesare a nessuno se non in rari momenti. Ti nutrivi del successo, ti completava, il tuo stare in mezzo alla gente era in realtà il modo di spingere via la paura di morire, volevi avere il diritto di essere amato. Ne abbiamo parlato da soli tantissimo. Ora mi hai letteralmente mollato qui, solo, a piangerti, a vedere male la tastiera, perchè in te ritrovavo parti di me. Nessuno lo sapeva sino ad oggi.

Simona muore lo scorso 16 ottobre e tu non so come facesti mi chiamasti poco dopo e ricordavi perfettamente di Giulia.

Caro Marco, cara presenza di tanti miei giorni, un obiettivo lo hai raggiunto: commuoverci, addolorarci tutti e sapere che sarai davvero Sindaco per sempre.

Mentre voli via sappi che su Michele hai fatto un lavoro straordinario. Gli hai voluto un bene folle, oggi è una persona dritta, competente, lucida ed intelligente, venuto anche lui da ombre del vivere. E' pronto a andare avanti e so che anche questo ti lasci sereno, proprio ora. Per la Lugano che era il centro del tua vita.

Mi dicesti al Bar Incontro: "...a me piace viaggiare, ma dopo un po' penso sempre che Lugano sia il più bel posto del mondo, almeno per me...."

Ricordo la vendita della Porsche Targa dal colore molto discutibile in favore della Smart. I tuoi nemici parlarono di mossa elettorale, sempre al Bar Incontro mi dicesti sapendomi malato di auto: "....ho capito che il nostro territorio e la nostra natura vada protetta, sarà il tema del futuro....". Era molto molto prima di Greta. Avevi capito già allora e ancora so bene quanto sognassi che Lugano proprio sull'assetto della bellezza e della Natura compiesse la sua sfida decisiva.

Manchi terribilmente, a me, come Paolo, mi hai strappato 30 anni quasi di viaggio insieme a sprazzi e ritorni, ma sempre luminoso e intelligente, sempre modesto ma vero.

Non riesco a dirti addio oggi, forse imparerò, ma oggi, proprio no.

Sarebbe dire addio anche ad un pezzetto di me.