Pensieri

Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.


Pensieri

Coronavirus - 9

Ho deciso di buon ora di scrivere la mia ultima riflessione su Coronavirus, sento sia giusto cambiare pagina. Nella mia mente e nel mio cuore in questi giorni si sono sedimentate così tante informazioni, emozioni, idee e opinioni che sento il bisogno di solitudine per decantarle una ad una non tralasciando il tutto.

 

Il tempo sa essere per me sia buon consigliere che pure portatore di decisionismo, in certo senso la pazienza un poco si è consumata. E questo non esattamente verso l'attesa, ma verso gli altri. Alcuni altri.

 

Guardo questo cielo terso di un sabato mattina oramai simile ad altri giorni e penso che ora sia tempo di responsabilità individuale al servizio di un bene comune. Io desidero fare il mio dovere per mantenere i posti di lavoro delle mie ditte, trovare nuovi lavori e mandati che rimettano in circolo serenità, farlo con un'attenzione assai diversa al tempo, all'ambiente, al mio benessere.

 

Soffro di diabete da alimentazione, pensavo soltanto. Invece ne soffro da stress. In questi giorni la mia glicemia pur mangiando di gusto - il tempo e la pancia devono essere riempiti - non si è mai alzata pericolosamente. Quindi ero ammalato di lavoro primariamente. Stesso dicasi dell'ipertensione. Voglio volermi bene.

 

Quante informazioni e novità.

Quante delusioni pure.

 

Ho visto nel vaso di fiori sotto casa buttati guanti di gomma, vicini fare grigliate spensierate, code al Grande Raccordo Anulare di Roma, tanta tanta gente che se ne è fregata bellamente di ordini, consigli, raccomandazioni. Uomini e donne per cui la morte e la malattia altrui non erano certo una questione che li toccasse. Ho letto una frase che molto mi colpì: "passata la grande paura di morire che ci rende in tanti buoni e miti, gli essere umani torneranno alla volgarità di prima". C'è ahimè del vero, non vale per tutti, ma è sicuro che questo sollievo da prima fase sarà quanto di più pericoloso la parte stolida del creato possa affrontare.

Sperare che tutto sia come prima.

 

Non sarà mai più come prima.

Mai più, almeno per quella parte saggia, mite e riflessiva del mondo.

 

"..... Questa pandemia è un test per vedere quanto stress regga la specie umana. E' soltanto una prova generale dei disastri futuri. E' un esame delle nostre capacità di reagire ad un disastro globale. Questa volta probabilmente lo supereremo, per un pelo. Non ne usciremo con una marcia trionfale, specialmente alla luce di quanto ci abbiamo messo a chiudere gli aereoporti, e non senza molti lutti, dolore e stress. Ma la civiltà non crollerà quest'anno.....La gente non è andata nel panico per il riscaldamento globale, eppure è una crisi globale molto più enorme del Covid-19. La differenza è che il collasso climatico avviene molto più lentamente. Certo su scala mondiale la velocità con la quale gli ecosistemi stanno andando a farsi fottere toglie il respiro, ma la maggioranza di noi non vede alcuna differenza tra una busta paga e l'altra. Il collasso climatico avviene nel tempo di un'esistenza umana. Coronavirus è stato molto più veloce invece....." (Laurie Penny, da Wired)

 

Ecco perchè è l'ultimo blog sulla pandemia, perchè è tempo di cambiare, agire, fare, comprendere, sviluppare.

 

Tempo di lavorare e stare meno sui social.

Tempo di scrivere su essi semmai cose buone, intelligenti, divertenti. Di riporre la pochezza e la sciatteria, ma proprio mentre digito queste lettere sento ronzare in me la frase che sia solo un sognatore. Ecco perchè parlo di responsabilità individuale e pensiero singolo. Perché per esempio udire che una persona chiami TeleTicino per domandare se oggi per grigliata di famiglia si intenda l'invito allargato a tutta la famiglia o solo al nucleo familiare preciso, ecco questo mi fa capire che la voglia di apprendere e crescere sia proprio merce rara e di pochi, temo.

 

Vorrei essere chiaro con chi abbia la pazienza di leggermi: non sono diventato pessimista, osservo la realtà semplicemente e cerco di usare i miei occhi rivolgendoli solo al bene e alla solidarietà che ho visto attorno, poi dentro di me e alla mia forza singola e ciò che voglio e devo essere per le persone a me più vicine. Quello che posso fare è questo. Ma la spesa alla Coop di Mendrisio di giovedì scorso è stata per me esemplificativa del senso di massa e del suo essere.

Ne ho terrore, lo ammetto.

 

Dedico questo scritto a Gabriele e Francesco, i miei amati figli: esso non contiene molto di me, ma se lo rileggerete tra qualche anno quando non ci sarò più vorrei restasse forte un pensiero dominante.

E' nel singolo che possiamo cambiare le cose, all'interno di un disegno generale ovvio. Ma facendo il proprio dovere, non mollando, non facendosi influenzare dal brutto, tirando dritto per la strada che sentirete vostra e giusta, ecco è quello il viaggio della Vita Vera. Ve lo chiedo come dono, circondatevi di Bellezza, in senso ampio.

 

Ne abbiamo una di Vita Vera, una solamente, poi solo cielo o nulla a seconda delle credenze.

 

Fate qualcosa per la Natura, vi prego, io e noi non siamo stati capaci.

 

Evitate voi la catastrofe che giungerà, e non ci saranno appelli la prossima volta, temo.

 

Possiamo farcela, voi siete il futuro, io e tutti noi molti errori del passato e forse ancora qualche voglia di riparare.

 

Tempo di crescere, davvero.