Arriva di improvviso, pensavo di averlo gestito e incapsulato. Non è così.

E' una lama tagliente, subdola, incide, profonda, riapre la ferita che credevo suturabile.

Il dolore quello vero è questo. Non ci sono persone, parole, affetti, biglietti, frasi.

Nel dolore sono solo, ovunque e quando arrivi. Non si tratta di non accogliere, non riconoscere le persone che mi vogliono bene, ma lui colpisce quando sa che sono solo, debole, fragile, colpibile.

Conosco bene la sensazione, l'ho imparata presto, ho reso la frase "le persone che hanno subito un danno sono pericolose, sanno si possa sopravvivere" mia, anche se Stefania me la contesta.

Non esistono alleati, amori, amici; c'è solo che si deve trovare la forza di attraversarlo, sanguinare, piangere, perdersi. E' per davvero un tunnel per me, ansimo, mi smarrisco molto, ma so esattamente dove sia la luce finale.

A questo mi sono allenato, non alla paura, alla rimozione, a fingere, a sperare che...: mi sono temprato nell'attraversamento fisico del cuore che scoppia e delle lacrime che salgono così impetuose da togliere il fiato e annebbiare tutto e ovunque.

In questa lunga notte che ho appena trascorso Simona ha iniziato a muoversi dentro me, mi fa commuovere anche solo scriverlo, rendere questa tastiera quasi invisibile per le lacrime.

E' iniziato il dialogo delle stelle e del cielo, del volto che guarda fuori e in alto.

Nella mia vita di ogni giorno lei non c'è più, nella mia anima è iniziato il dolce per sempre.

A chi mi legge chiedo solo un dono: se nella vostra vita incontrate un "per sempre", rispettatelo, inseguitelo e costruitelo. Non abbandonatelo mai, anche se vi farà fare molte curve forse. I "per sempre" sono il senso vero e totale dello stare qui, quale che sia il tempo per noi. Se non si arrivasse, giratevi indietro, ne sarà valsa la pena. Ve lo prometto.