Ci sono giorni in cui la pressione attorno si fa così forte che il desiderio di spegnere mi pervade, come a dire che quello che ho fatto mi soffochi. Lo stress e l'attesa, la prestazione e l'eccellenza, la risposta conformata e la rassicurazione solidale, tutto e sempre per essere come dovresti e potresti essere.

Allora il viaggio diviene non fuga ma pausa, luogo silente con cellulare disinserito, spazio per sentire come e quanto la mente abbia bisogno fisico di prateria e di luce solo proprie. Scorrono le immagini attorno a me, non guido veloce, sono tante tante cartoline di vita e ricomposizioni di un copione che si sente voler tenere per sé.

Brutto questo momento in cui il tempo per pensare e staccarsi sembra materia preziosa e rara. Il pensiero singolo, reattivo e maturo è un patrimonio che andrebbe protetto in primis da tonnellate di media che distorcono e inficiano.

La mia guida spesso mi guida.