Lavoro nel settore della comunicazione, ho maturato un'esperienza professionale nei media.

Da molto tempo mi domandavo per quale ragione non fosse possibile godere quale telespettatore del piacere di un programma ben fatto, educato, arioso, senza tette culi urla risse e banalità, arguto ed emozionante.

Voglio qui ringraziare Mario Calabresi - direttore de La Stampa di Torino e figlio di un commissario ucciso a Milano - per l'afflato di speranza che ha saputo regalarci e soprattutto per avere saputo e potuto narrare "un' Italia molto migliore di coloro che oggi la rappresenta".

Gli ascolti hanno premiato il prodotto ad ulteriore conferma che nel looping vacuo de "la gente vuole il trash, diamogli il trash" spetti istituzionalmente al media costruire la linea di interruzione del sistema, assumendosi una parte di ruolo educativo e promuovente del bello, del ben fatto, del profondo e del serio.

Speriamo sia un seme che accenda nuove creatività.