Difficile scrivere di questa ricorrenza specie perché la retorica è davvero dietro l'angolo, dalle battute ovvie, al senso del sentito personale. Se faccio ordine e guardo i miei figli e le persone care attorno certo posso dire sia stato un compleanno sereno e giusto. Quando sguardo le occasioni perse o sprecate senza rimpianto provo la sensazione di essere giunto ad un appuntamento non completamente vestito e ad uno ad uno conto le persone cui ho mancato, cui avrei dovuto dare di più, ad una mamma ed un papà volati via sempre troppo presto.

Molti ti dicono inizi un bel periodo: è certamente vero in fatto di saggezza, di visione, di esperienza, di senso del tempo. Ma proprio il tempo è meno, molto meno, e gli anni dello splendore sono trascorsi di più di quelli che restano. Che insieme a gioie porteranno declino fisico e mentale, magari stato di dipendenza parziale. L'invecchiamento non è né l'orrido né la gioia vacua: è la consunzione oggettiva di noi e dentro di noi.

Possiamo raccontarcela ovvio, ho voglia di vedere i miei ragazzi crescere, ma li ho tanto amati pure con i patelli e chi cavolo dice sia bello crescano, è la vita ovvio, ma per me me li sarei pure goduti tati per molto altro tempo ancora.

50 anni allora. dicono anche tempo di bilanci, per me almeno moltissimo, tanto come non mai, e sempre per me impietosi ad un livello di livida durezza che mi fa sanguinare. Ho poco tempo per raccontarmela, ho molto tempo per viverla finalmente come solo io voglio e desidero.

I miei 50 anni, poco da dire, nuvole vento e sole ovunque.