Entro in una pasticceria a 2 km. da Frick, è un tiepido pomeriggio della campagna argoviese, nuvole poche, sole molto, colori dolci e rassicuranti.

Ordino un piccolo panino e una Coca Zero. Mentre vado alla toilette una coppia di anziani occupa il tavolo vicino a me.

Mi siedo, mastico, penso e li osservo un poco. Hanno certamente almeno 80 ciascuno, lui è molto premuroso, le dice di prendere un frappé con la cannuccia che è più comoda. Ridono, lui le sorride con una dolcezza infinita, lei risponde in modo identico.

Mi arriva il caffè, con il più classico dei bicchierini d'acqua, anche a loro. Lui ridendo le dice e mi dice che sia grappa. Sguardi divertiti.

Poi lei si gira verso me e dice: "amo quest'uomo da quasi 60 anni e lo trovo ancora bellissimo e speciale. Sa, poi, io sono più fortunata di lui. Sono cieca e mentre lui mi vede invecchiare, io da 20 anni ho solo la fotografia nel cuore di come fosse bello e questa sua voce".

Tonfo al cuore. Vedo il bastone bianco. Mi commuovo, ma devo trattenermi, capisco del frappé in un momento. Li guardo, ammirato e emozionato. Sono bellissimi, quasi un monito, un esempio.

Poi dico loro che vorrei ringraziarli e offrire io il caffè se non li offendo. Accettano chiedendomi perché sia lì. Sto ritirando un'auto a Frick è la risposta. Mi chiedono se dunque tornerò. Certo, qualche tagliando mi porterà lì. Mi dice lei: non la posso vedere, ma io sono qui, circa sempre alla stessa ora, per favore si fermi la prossima volta, il caffè lo offriamo noi.

Esco, guardo il cielo, due lacrimoni immensi scendono sulle guance. Saluto i miei cari appesi là e chiedo al cielo di aiutarmi a essere capace di tanto amore, in qualsiasi modo, ma capace.

La vita sa essere davvero magica.