La Posta ha prodotto un utile di 900 milioni di franchi, il solerte comunicato si affretta a precisare che esso derivi in buona parte da PostFinance come se questo facesse differenza in seno ad un gruppo che dovrebbe avere e rispondere ad un mandato di servizio pubblico.

Eppure io ho molti amici postini, sia corrispodenza sia per i pacchi. Mi raccontano di malinconie, di non possibilità di bere un caffé perché con il GPS controllano tempi e spostamenti, la rabbia è tale che in Engadina vengono presi a calci i pacchi degli ignari clienti a volte la mattina presto, c'è tensione, malcontento, tutti si sento sul piede di partenza, molti che si prepensionano pur di andarsene. Pensate che sempre a Samedan hanno centralizzato la consegna dei pacchi in un'unica sede per l'Alta Engadina, ma ..... alcune auto non hanno parcheggio e dunque con i -35° dell'inverno là vi lascio immaginare come e quanto tempo ci voglia per sghiacciarle e prepararle al mattino presto.

Un amico postino sottocenerino quando viene a consegnare i pacchi nella mia ditta come vecchia abitudine di una volta ogni tanto gli si dice "bevi un caffé" 9 volte su 10 mi risponde "non posso sono in ritardo di 3 minuti sul giro e mi controllano !"

Forse sono vecchio forse sbaglio, ma chi lo dice a questi lavoratori dell'utile milionario e dei posti persi ? E chi lo dice a certi paesini di montagna e a nonni malfermi  che vivevano attorno alla posta come momento di aggregazione che ora possano operare meglio da internet e certi giorni arriverà il furgoncino ?

Certo il futuro è una cosa bella, ma sapere rispettare la storia di un grande paese come la Svizzera che proprio anche nella Posta ha costruito la sua immagine mondiale, io da uomo di destra, credo non farebbe male.