Pensieri

Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.


Pensieri

Mica Facile

Vorrei scrivere spesso sul mio blog, ci riesco meno di una volta e non perché mi manchino le idee, è solo perché regna confusione, dissesto e disturbo in me. Tanto da fare fatica a mettere ordine nel senso del pensiero.

Allora oggi in una ventosa ma splendida giornata, mentre sono nella mia casina che guarda i monti, ho deciso di impostare almeno dieci punti - assolutamente non connessi tra loro apparentemente - ma che invece ho trovato siano legati in modo più soprendente dell'apparenza.

Punto primo: non sto invecchiando, è che attorno è in corso la decalcificazione di valori, modi di stare insieme, stilemi di educazione e relazioni. L'arrivo del virtuale e dei portali internet, della comunicazione subito e tutto ci ha leso lo spazio tempo del pensare e rilfettere, del sedimentare e argomentare, del prepararsi prima di dire. Un baccano ruggente, ma se provo a leggere per un giorno intero ad esempio i portali e non mi faccio abbacinare da loro, posso fare una bella pernacchia a oltre l'80% delle notizie, delle grammatiche e delle incompetenze giornalistiche. Io credo - vero che invecchio lo so - sia la prima volta da molto che il dopo sarà peggio dell'adesso. Almeno per un po'

Punto due: il 42% di giovani senza lavoro in Italia prima o poi regairanno, non potranno stare sempre zitti e buoni, con l'aiuto delle famiglie. Presto si ribelleranno, andranno in piazza, troveranno qualche estremista che li incendierà dal nulla dove vivono, si incazzeranno e urleranno. Succederà è solo questione di tempo a meno di un cambiamento repentino.

Punto tre: un amico riceve da Equitalia una cartella da 2800 euro per interessi e tributi del 1976. Lui ha ovviamente da tempo sistemato tutto con tanto di condono. Il suo commercialista va all'incontro e si sente rispondere che se il mio amico farà ricorso loro lo porteranno al terzo grado (perché non costa nulla) e certamente la parcella del legale sarà pari o maggiore di quanto richiesto. Dunque anche se non dovuti costa meno pagare. Ogni valutazione al mio lettore.

Punto quattro: sono stato a tenere una lezione ad un liceo. Ho trovato ragazzi educati, sognatori, motivati, pieni di domande. Mi ero preparato per loro con i miei collaboratori per tre giorni e la presentazione - oggettivamente - mi sembrava gradevole. Alla fine del mio speech mi hanno riempito di domande e curiosità. Ho tratto l'insegnamento che per questi ragazzi NOI dobbiamo cominciare ad essere migliori maestri, migliori genitori, migliori allenatori, migliori preti, migliori amici. Loro ci sono, sono a volte spenti della nostra luce opaca.

Punto cinque: il cantone che amo, Ticino, è allo sbando. Un film della Svizzera sta volando via e il pollaio è impazzito. Ogni giorno idee assurde e proposte balzane, liti e conflitti, guerre per bande e rese dei conti di bassa lega (gioco di parole....). Noi dobbiamo rimboccarci le maniche, tirare fuori le competenze, ricominciare a studiare tanto e bene, dare meno per scontato, soprattutto amare ed apprezzare quello che abbiamo. Poi dobbiamo pretendere il rispetto, da Berna e dall'Italia, questo sì, ma sapendo di avere fatto bene i compiti. Un sogno: tornare ad urlare meno, tornare alla Svizzera del rispetto reciproco e del lavoro serio meticoloso e non delle chicane di quattro finanzieri/banchieri da assalto.

Punto sei: cerco un nuovo grafico. Metto un'inserzione in Svizzera e una in Italia. Risultato zero di qui, 380 candidature da là. Molte con toni e parole disperate, stipendi che nemmeno immaginavo da noi potessero esistere, alla faccia dei sindacati che sanno controllare solo ove loro comodo. Trovo una brava ragazza, mi dice di lavorare in un'agenzia del Sottoceneri con 40 colleghi. Mi domando, 40 colleghi ? Sì ovviamente azienda italiana, che in una stanza li ha messi tutti insieme a ben 1700 franchi al mese (rendetevi conto), non hanno nemmeno un cliente svizzero, lavorano solo per l'Italia, lei deve produrre 3 home page di siti ogni giorno, possono essere però licenziati alla svizzera. Ecco perché sono qui, noi lo permettiamo. Il nostro sistema di poca protezione del padronato e del lavoratore nasceva dalla Pace del Lavoro, ne abbiamo fatto fettine perché ci hanno raccontato che il mercato avrebbe regolato ogni cosa. Appunto. Comprate la Gazzetta dello Sport, leggete che grandi nomi ci siano dietro ad un call-center con sede a Chiasso da 300 collaboratori che vende viaggi e promozioni, secondo voi perché sono qui della dogana e non a casa loro ?

Punto sette: la mia Chiasso era da sempre terra di confine, ora è solo terra di conquista. Nel mio palazzo dove lavoro da 24 anni siamo rimasti in pochi della vecchia guardia e autoctoni, i nuovi italiani arrivati se ne fottono della Svizzera, siamo solo un terreno da calpestare e nel quale fare i comodi loro. Si canta, si urla, si sporca, si mal parcheggia, ci si imbarbarisce. Il ticinesotto resta silente, spesso timido, e lui vince. Ora Chiasso è come Como o Milano, di svizzero sta perdendo tutto, per quattro soldi e gli interessi di pochi. Ma questa cancrena cresce. A Zurigo ove lavoro spesso il dialetto svizzero tedesco diminuisce, i tedeschi stanno arrivando anche lì, il film è lo stesso. E noi zitti perché se anche votiamo poi l'Europa ci castiga e ricatta e nulla è servito a nulla.

Punto otto: io continuo a sperare, ogni giorno, apro la bottega e cerco con tutti i miei limiti e i non pochi errori di stare ancorato a certe cose che sento mie, ma che a volte vedo osservate dai miei figli come ottimo patrimonio da biblioteca. Io desidero restare in Svizzera e semmai in Germania, non mi riconosco più in nulla del mio Paese o molto poco, ne provo fastidio e malinconia sincera, penso che sia tempo di lavorare lavorare lavorare e ringraziare il Signore per questo.

Punto nove: Papa Francesco mi ha aperto il cuore, sta riuscendo molto più della politica a parlare alle genti. Non sono bigotto e credo pure di essere un pessimo cristiano. Spesso quando lo ascolto mi commuovo, proprio piango. Perché lui mi sembra e lo sento così dentro alla vita vera e ai problemi banali e enormi che anche io mi sento accolto. Quando osservo le istituzioni non le colgo più come mie, vere, leali e pronte a combattere la complessità del momento. Loro sono spaurite come noi, con la differenza peggiorativa di non mollare la cadrega in taluni casi. Eccezioni esistono. Grazie Santo Padre.

Punto dieci: guidando in una giornata di piogge e poi di sole compare l'arcobaleno, e allora di botto sento che vale la pena stare qui e provarci, che c'è spazio per la sorpresa dell'attimo, che qualcosa che noi non cogliamo e decidiamo può cambiare tutto. Penso a Madre Natura e mi domando se sia arrabbiata con me, con noi per tutto quello che abbiamo fatto e condumato ai suoi danni. Guardo fuori, sette colori, sette giorni, sette di tutto.

Io ci provo lo stesso, è solo tanto tanto più faticoso, ma l'arcobaleno, il mio arcobaleno continuo a inseguirlo.