Pensieri
Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.
Pensieri
Pensieri sul paese che amo
Oggi il Consiglio Federale ha deciso per l'attivazione della clausola di salvaguardia, misura più politica di segnale che pratica. Ma certo un segnale forte e chiaro a tutta la UE (che non sarebbe oggi votata se i cittadini delle tante nazioni potessero esprimersi).
Sono Italiano, vivo qui da 30 anni, ho commesso errori e successi, sbagliato e pagato duramente, ma amo questo paese che mi ha dato lavoro, dignità e famiglia. E allora ho voglia di raccontarlo per piccole immagini di una giornata come molte altre.
Esco di casa, bella vista, una strada di montagna pulita, una sola macchina lasciata a cavallo di un marciapiede per una notte intera, una Lancia Y con targhe italiane.
Salgo, accendo e vado a prendere il buon caffé dal mattino dalla mia amica. Lei è frontaliera da dodici anni, calabrese sempre gentile, sorridente. Mi dice: ma Paolo ma quando la Svizzera si sveglia ? Sai io sono entrata tanto tempo fa, ho imparato le regole, le rispetto. Oggi invece quelli che arrivano se ne fottono, usano la Svizzera e chissenefrega, di capire cosa è qui nulla importa.
Viaggio verso l'ufficio, ci sono lì da 23 anni oramai. C'è un grande posacenere pieno di mozziconi perché ora da sette ditte svizzere il palazzo è stato preso maggiormente da aziende italiane arrivate qui. La boutique al piano terreno ha rifatto le tende, ha dovuto mettere un cartello nell'ultimo anno perché i mozziconi accesi di sigaretta lanciati dalle finestre bruciavano. Prima non accadeva.
Salgo in ascensore, con i vecchi inquilini due parole, un saluto, la meteo come va ? Con i nuovi musi lunghi, cicche in bocca e tanto silenzio, siamo qui a prendere, non dare e connetterci.
Arriva l'amico Franco, mi porta sempre il giornale fresco di giornata, si siede per un saluto veloce e mi dice: ma quanti cafoni lasciano entrare in Svizzera, io sono italiano, abito qui da oltre 40 anni, ma quando noi venivamo qui ringraziavamo la Svizzera, oggi se ne fregano.
E ora di pranzo. Vado a mangiare un boccone, quattro passi, conto le persone: su 80 targhe, oltre 60 italiane, su 100 persone, oltre 80 pure. Spesso il romanaccio domina, anche perché come dialetto urla. Il Ticino è messo all'angolo, quando Nano parlava di riserve indiane ora lo capisco.
Questa è la nuova vita in Svizzera sempre più di frequente: io non credo sia giusto, opportuno e leale. Ma non sono svizzero e dunque il mio parere conta poco, ma vedo questo paese non lottare per sè stesso come forse varrebbe la pena di fare. Dobbiamo stringerci attorno a noi, rinunciare a qualcosa, ma proteggere un patrimonio che anni di saggezza ha coltivato e rapidi spifferi di freddo europeo vogliono solo annientare. Non ci vuole molto: solo ritrovare lo spirito di sacrificio, di senso del medio lungo termine che hanno reso grande la Svizzera e il suo senso civico. Tornare ad essere padroni in casa propria in Ticino, specie nel Sottoceneri, specie nel Mendrisiotto.
Anche un mozzicone di sigaretta è troppo.
Ora torno a lavorare, lo devo a questo paese, che perdona i miei errori, accetta la mia capacità e mi permette di lavorare.