Ti senti stretto e costretto, pieno di risposte da dare e attese da soddisfare, schiacciato tra responsabilità e troppe deleghe date da controllare. Il nastro dell'asfalto diviene per me il luogo dell'abbandono, chiuso in un'ipnosi tra guida attenta e rotazioni del collo che mi permettono di guardare attorno e farmi riempire.

Riempire dall'inatteso, dall'automatico, dall'inondante, senza che io possa pensare di deciderlo, posso solo subirlo.

Un afflato di libertà imposta che mi apre polmoni e cuore, mi accorgo dei battiti degli occhi più lenti e spazio per la mente per il nulla, per il nuovo, per il diverso. La pressione scende i chilometri aumentano, il percorso scorre. E' come se nella mia auto fossi fuori dalla mia vita, finalmente delocalizzato e protetto, sospeso in un limbo di serenità non concessa. E poi c'è silenzio, posso dire che il cellulare non prendesse, magari è notte, sono in un cocoon.

Amo guidare e muovermi, credo per scappare, credo per arrivare e conoscere.

La foto per inciso è di ieri sera tra Modena e Mantova, in viaggio verso un caro speciale amico che è dentro al mio cuore per sempre e ben oltre il consueto.