Pensieri
Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.
Pensieri
Tanto che non scrivo
E' molto tempo che non scrivo sul mio blog di mie sensazioni e vita. Mi sono chiesto il perché durante una cena da solo in un hotel davanti all'aeroporto di Stuttgart, osservando persone nelle due ultime sere, durante un periodo di lavoro intenso.
Lavoro tanto, il mondo del lavoro è cambiato, la pressione superiore come per molti di noi. Nessuna novità.
La verità dentro è diversa: sono attonito e annichilito. Intorno a me ho molto amore, amicizie preziose, un sacco di persone che mi vogliono bene, condite da pari numero che con gioia il badile me lo appoggerebbero alle gengive per vedere se ho il tartaro. Ma va bene così.
Sono annichilito e attonito dai Barbari attorno, mi sembra in realtà di essere un vecchio satrapo giudicante. Una specie di nonnino del loggione dei Muppets, mi chiedo ogni due minuti se sia io il pazzo o se sono solo rinco. Caspita non lo so, se sto al giudizio di quando condivido i miei pensieri con chi mi sta attorno, mi danno ragione, solo che loro sono spesso esausti. Io lì almeno per ora non ci sono arrivato.
Vado al ristorante dell'hotel. Famiglia orientale, 4 bimbe e papà e mamma. Tutte e quattro hanno singolarmente un Ipad o Android con il quale ad alto volume ascoltano musica, vedono film o fanno giochini. O santa paletta. Mamma e papà si ingozzano. Di parlare del Rinascimento Italiano non è il caso, forse il tema è il rinascimento della batteria al litio.
A sinistra mamma papà figlia e nonna, con terribile Parkinson e dunque averle fatto ordinare la minestrina molto liquida non è stato pensiero gentile, sembrava a bordo del Titanic poco prima del crash povera. La bambina ha aperto una piccola cartoleria - forse spera di vendere il materiale alle quattro cinesine tonte - e si fa i fatti suoi. Il papà ha il marsupio attorno alla pancia anche a tavola, credo serva a mangiare meno. La mamma alquanto carina ogni tanto incrocia lo sguardo con me, lo tiene a lungo non perché io piaccia ma perché vedermi tutto nella massa richiede del tempo. Poi guarda il marito, straziata, cosciente che il suo ottico in gioventù nello sbagliare le diottrie abbia fatto un danno pressoché irreparabile.
Ok, altro tavolo altra corsa. Coppia di amici maschi americani. Ad uno povero hanno amputato il braccio sinistro, no mi scuso era così ben nascosto durante la cena da farlo sembrare un marines in Germania. L'altro tiene la forchetta come un machete in Amazzonia, eppure mi avevano detto qui la carne fosse tenera. Sbatte la bocca e parla ad alto volume. Sono parte della loro famiglia, posso chiedere cortesemente di essere prontamente diseredato per favore ?
Esco dal ristorante provato con molte domande. Salgo in ascensore, si infila un signore di colore - direbbe Tecla, marrone - e molla una Bronza Surround 3D, così, lui ed io. Mi guarda, sorride (penso perché ebbro dalla gasificazione) esce al terzo, io preso in questo mondo tutto Hermes vado in camera, da dove ora vi scrivo.
Il profumo della vita è altra cosa, lui ho capito perché fosse così marrone.