Pensieri
Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.
Pensieri
Un viaggio tra München e Nürnberg
Era da un po' di tempo che non venivo in una cttà che amo molto, per l'esattezza 3 anni abbondanti. L'ho trovata cambiata, moltissimo, con una rapidità di degrado che non avrei mai potuto immaginare. Mi piace scrivere in assertivo e dunque ovvio che molto di bello sia rimasto, ma questo trasandato concetto di multietnia e globalizzazione hanno colpito duro pure qui.
Un sacco di persone che chiede l'elemosina per le strade, molto sporco, roba per terra, ubriachi e volti disperati un poco ovunque. Una sensazione diffusa di degrado incombente, di molta povertà, in quella che resta una città ricchissima.
Poi prendo l'ICE per Nürnberg e mi trovo in treno e poi in metro con gente di ogni dove per la fiera - ovvio - in una baillamme divertente in certo senso e colorato. Poi però nella pausa pranzo sono solo e osservo nei cinesi rutti, bocche che sbattono masticando, indiani che soffiano nel tirare in bocca il caffè, gente che toglie le scarpe durante il pranzo. Sono un vecchio perfido conservatore, ma scusatemi molto se questa è la globalizzazione delle genti, felice di restare nei miei monti o almeno nel mio mondo di persone che credono nel Galateo come modo di rapportarsi con gli altri. Bevo un caffé, riporto la tazzina al banco, il cameriere russo mi guarda allibito e mi chiede "perché ?". Ma come perché, solo per educazione, il bar è pieno di gente, se tolgo la tazzina dal mio tavolo in piedi chi mi seguirà sarà comodo. Certo, nei meandri del Galateo entra di forza il concetto che prima di tutto conti pensare anche a chi venga dopo di te e che non esisti solo tu. Credo si tratti per molti di follia intellettuale.
Passeggio nella notte per smaltire la birra e sognare di buttare giù la glicemia..... Incontro un violinista dell'Est, sotto un portico, piove forte, la sua musica è magica, la gente corre arruffata e pensierosa, nessuno gli lascia nulla, lui ci regala note splendide e ben suonate. Mi avvicino - ovviamente bagnandomi - e gli lascio qualche modesto soldo. Lui mi osserva e mi sorride ma ben oltre il grazie dovuto, un sorriso che mi urla "grazie di avermi visto e sentito". Mentre camminavo vestito con ogni ben di Dio, ho immaginato il freddo la fatica e l'acqua che prendeva piede nella vita di quest'uomo. Ho pensato di dargli un poco di calore, l'ho visto e sono stato con lui. Ci vuole secondo me molto molto poco, ma la gioia che si prova è speciale.
Ma i tempi sono altri, sono quelli di migliaia di persone che sbattono in altre persone, nei pali, pestano cacche per terra perché la loro testa è infilata nello schermo di un cellulare, perché tutto è adesso subito immediatamente.
Salgo sul treno che mi riporta in hotel, trovo uno scompartimento dove stare solo, in coda all'ICE, vedo i binari che scorrono, ma all'indietro. Proprio come questa vita e questo mondo, che per molti versi vanno molto velocemente indietro.
Verso un binario morto.