Pure io ho picchiato il naso nel più classico dei problemi del vivere in comunità: il vicino di casa cafone e truzzo.

Esperienza tosta e mitica nel contempo.

Tosta perché sentirlo urlare, usare tutti gli spazi comuni come fossero suoi, truzzare la residenza e muoversi nel menefreghismo totale mi ha fatto rimpiangere di non essere cittadino svizzero con l'arma a casa, ma sto rimendiando con un martello da percussione stradale. A dire il vero ho noleggiato pure una betoniera e catrame, non si sa mai.

Gli ho parlato, ma è come sbattere la faccia a metà tra un muro del viadotto e metà nella gomma per rimbalzo. Sono stato gentile e gli ho regalato del vino - dimenticando di siringare del lassativo è vero - lo ha preso, bevuto, temo ruttato, e nulla è migliorato.

Ho scelto la strategia del silenzio, il problema è che lui usa la strategia dell'urlo, della comunicazione tribale e della connessione di pensiero di Darwin sullo sviluppo della razza.

Sto leggendo pure un utile libro dal titolo "Il tritolo, l'arma letale che potrebbe disintegrare il vicino truzzo"; leggo con regolarità articoli di nera in cui si parla di vicini giunti allo scontro finale e rammento l'uso della spada per un duello serale giù nel piazzale. Temo si presenterebbe con una pala o una forca.

I due figli hanno ingoiato un impianto 400 Watt Classe A con diffusione Karaoke, solo la moglie è silente.

Domanda: perché si chiamano Vicini di Casa se sono Lontanissimi di Casa ?

Vero: sono davvero Vicini, ciao Engadina arrivo presto !