Strategia
Molti pensieri e molte idee, spesso decisioni sentite e sofferte, volute e ponderate. Il tutto deve avere un inquadramento, una situazione ed un senso vero che vada in direzione del medio periodo. Magari con compromessi parziali rispetto al presente. La strategia della comunicazione e della leadership sono temi centrali della mia professione e della mia attività di consulente, con una dinamica fortemente correlata ad altri settori della professione quali marketing, psicologia, comunicazione, pubblicità, lobbying istituzionale, pubbliche relazioni ed eventi. L'elenco è certamente lungo.
Strategia
Dibattito TV
Ho appena finito di assistere al dibattito su RSI2 in merito al voto AET Carbone e ne sono affranto.
Provo a scollegare la componente giudizio o da quale parte al momento del voto io mi senta. Non è questo il tema.
Il tema è quello di chiudere gli occhi ed immaginare di essere su un canale italiano e non svizzero, le stesse urla, la stessa sovrapposizione, la medesima demagogia, la pochezza, l'impossibilità di esprimersi veramente. Quella stessa Italia che ogni giorno i Ticinesi dileggiano paventandone una distanza culturale che certo resta, ma è pure in rapida consunzione.
Lo desidero ribadire: non c'è alcun giudizio politico nelle mie parole. E' un'opinione di surround, proprio di suono. Una sensazione fastidiosa di pochezza ed anche la certezza di come e quanto i media che negli anni 50 e 60 furono un elemento di crescita dei paesi ogni ne siano - spesso - la decisione di sciocco imbabolamento. Certo la responsabilità non è solo lì.
Pensare è diventato un grande lusso: prendersi il tempo di leggere e comprendere, formarsi un'opinione e difenderla anche in momenti non confortevoli, cercare dapprima di essere equidistanti per poi andare verso le proprie idee. Il confort ovattato della battuta ad effetto, del giggionismo, della chicane intellettuale che nutre nel breve a volte, mi appare come un baratro segno di una decadenza europea in corso assai simile a quella dell'Impero Romano d'Occidente.
Un regalo che mi fatto Moïsi è stato di farmi capire come nel 1946 noi europei fossimo ben oltre il 20% della popolazione mondiale, ora meno del 5%. In 60 anni.
Questo rumore vacuo serve solo a coprire il frastuono delle crepe.