Strategia

Molti pensieri e molte idee, spesso decisioni sentite e sofferte, volute e ponderate. Il tutto deve avere un inquadramento, una situazione ed un senso vero che vada in direzione del medio periodo. Magari con compromessi parziali rispetto al presente. La strategia della comunicazione e della leadership sono temi centrali della mia professione e della mia attività di consulente, con una dinamica fortemente correlata ad altri settori della professione quali marketing, psicologia, comunicazione, pubblicità, lobbying istituzionale, pubbliche relazioni ed eventi. L'elenco è certamente lungo.


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Falò, una bella puntata

La premessa che desidero fare è di non essere un economista, faccio il piccolo imprenditore, ho commesso molti errori nella mia vita e cerco di porvi rimedio con dedizione e molta umiltà, chiedendo scusa.

La trasmissione di Falò si è occupata del duplice concatenato tema dei ragazzi migliori che vanno studiare a nord del Gottardo e che poi in Ticino non trovano un posto adeguato. Parimenti è stato toccato il tema del dumping salariale attuato sulle spalle dei frontalieri che spesso narriamo come fossero cavallette autonome e non assunte da aziende svizzere.

Mi ha profondamente sorpreso l'atteggiamento che coglierete del Consigliere di Stato Vitta che certo non si palesa come molto reattivo, quanto specie oggi ve n'è soverchio bisogno invece. Io non credo che questa tematica abbia risposte populiste, anzi credo siano complesse e non semplici da dipanare.

Personalmente ho 10 post-it che sento miei, avendo tral'altro due figli di cui uno già trasferito a Zurigo e l'altro agli studi a Winterthur, ma che in alcun modo risolvono, a me aiutano solo a inquadrare:

  1. il Ticino che lo si voglia o meno dopo il collasso bancario dei capitali italiani è in declino oggettivo e non ammetterlo un errore che non fa svegliare le persone, non vi è nulla di male, ma l'effluvio di denaro che qui esisteva e l'accoglienza che ci dava la Svizzera Tedesca era solo per prendere possesso di quel monte di ricchezza
  2. un mio caro amico, grandissimo imprenditore tedesco, con casa in Ticino spesso rispettosamente mi pone il seguente quesito: "ma tutti i soldi che avete avuto tra le mani dove sono finiti ? Dove sono grandi opere e strutture di sviluppo visionarie ?"
  3. a forza di prima i nostri e retoriche semplificate perdiamo ogni giorno contribuenti importanti che qui risiedevano e che si spostano nei Grigioni, Svitto e altri cantoni non solo per pagare meno tasse certo, ma anche perché si sentono meglio accolti. Abbiamo in Ticino casi di persone ad esempio tedesche che se ne vanno perchè confrontate con la sensazione di essere non più benvenute, altre che dicono sempre più spesso che il fisco ticinese sia peggio di quello italiano da cui vorrebbero andarsene
  4. se guardate all'imprenditoria ticinese vi chiedo di fare l'esercizio di prendere la lista dei soci AITI e verificare quanti siano tedeschi, italiani, svizzero tedeschi e internazionali. Molto più dell'80%
  5. viviamo in un cantone che non ama Milano e i taglian, ma nemmeno gli zurighesi e gli zucchini in genere, in realtà suddivide ancora tra Sotto e Sopraceneri, però quelli di Lugano sono diversi da Mendrisio e via di questo passo
  6. oltre 70'000 frontalieri sono chiamati da chi ? chi ne controlla l'ingresso in senso buono del termine ? In quanti casi sono competenze che non abbiamo e in altre sostituzione di personale per spendere meno ? Ma pure quante volte accettiamo di sentire che siano spesso persone più vogliose di emergere e vincere, spesso più attaccate alle aziende ? E ancora quanto ci rendiamo conto che si siano costruire cupole (ad esempio in una nota banca) in cui essere italiani sia divenuto un criterio di accesso ai posti di lavoro meglio che non essere ticinesi
  7. ho personalmente assistito ad un colloquio per un'azienda farmaceutica con un giovane ingegnere di Biasca che lamentava lo spostamento quotodiano dalla Riviera al Malcantone, posto preso da un ragazzo zurighese che ha traslocato in Ticino in sette giorni
  8. essere ricchi e benestanti in Ticino è diventata una colpa, motivo di invidia e persecuzione. Quando entrai in Svizzera 34 anni fa non era così, nel resto della Svizzera Tedesca non è così ancora oggi. Vero il contrario i contribuenti abbienti sono considerati un bene del comune da proteggere. Chiedere a Castel San Pietro per conferme. Alcuni mesi fa due grandi fiduciarie mi chiesero di sviluppare una campagna sul danno che il Ticino sta subendo dall'atteggiamento dei funzionari di Bellinzona molto aggressivi con la ricchezza e che sta causando una lenta erosione di grandi contribuenti (ne conosco oltre dieci). Ne parlai con l'Autorità (lo faccio per evitare denunce di restare generalista) e la risposta fu che fosse meglio agire la campagna che almeno avrebbe dato spazio a una discussione che in Ticino non si può fare.
  9. noi dobbiamo davvero rimboccarci le maniche, comprendere che il ruolo del Canton Ticino sia essere portaerei, preparata e competente, di un Nord e Sud spaventosamente più potenti di noi che possiamo solo sperare di intercettare se siamo bravi, professionali e accoglienti
  10. io infine continuo a pensare che infine la Politica debba essere ora capace di gesti difficili, chiari, sgradevoli, profilati, fregandosene dei social e che tiri dritta, cosciente che il popolo potrà non votarla più.  Il tempo del taglia e cuci ora è agli sgoccioli, ma resto persuaso che saremmo in molti pronti a qualche sacrificio per una partita da giocare meglio, purché la narrazione sia chiara e molto leale.

Covid-19 ha segnato e segnerà su molti temi un chiaro spartiacque purtroppo. Chi lo comprende e lo interpreta disegnerà il futuro, chi lo minimalizza ne sarà inghiottito.

Io spero che il Ticino scopra dignità della competizione piuttosto che un lamentio populista buono solo per fare effetto. Se lo merita questo Cantone che mi ha dato molto e a cui sono grato, comunque, per sempre.