Strategia

Molti pensieri e molte idee, spesso decisioni sentite e sofferte, volute e ponderate. Il tutto deve avere un inquadramento, una situazione ed un senso vero che vada in direzione del medio periodo. Magari con compromessi parziali rispetto al presente. La strategia della comunicazione e della leadership sono temi centrali della mia professione e della mia attività di consulente, con una dinamica fortemente correlata ad altri settori della professione quali marketing, psicologia, comunicazione, pubblicità, lobbying istituzionale, pubbliche relazioni ed eventi. L'elenco è certamente lungo.


Strategia

La Svizzera e la sua gente

Sono orgoglioso e riconoscente a questo paese, sono straniero in Svizzera, ma mi sento parte di esso con gioia e oggi serenità.

I voti recenti dicono quanto il popolo svizzero sia meglio prudente e saggio della lobby economica e della politica stanca, forse è vero vota di pancia, ma nel contempo lancia segnali in realtà coerenti nel tempo.

Viene fatto capire a Berna quanto si comprenda che la tutela del paesaggio contro il rampantismo dei costruttori sia tema da mettere al centro della discussione. La reazione ? Anziché cogliere il pugno nello stomaco si cerca di fare il cortocircuito all'iniziativa Weber che certo contiene incongruenze.

Si dice NO alle Olimpiadi, ma non come qualcuno paventa per mancanza di visione, ma semmai perché la fiducia dei cittadini verso gigantismi, grandi eventi, cemento, crescita sconsiderata e voglia di rallentare sono oggi molto presenti.

L'iniziativa Minder narra di un paese che dice al mondo economico che non tutto possa essere speso in nome del denaro, che debba esistere quella correlazione tutta elvetica tra senso della misura, trasparenza e poca voracità. Certo forse di nuovo vi sono degli eccessi, ma il vero meaculpa lo deve recitare quel mondo dell'economia che nuovamente non comprende quanto e come le cose siano cambiate.

Il popolo svizzero è ben presente io credo: penso chieda un poco di verità, è forse più pronto a qualche arretramento e sacrificio di quanto non lo sia la politica tutta, spesso in balia di lobby potenti. Tutti noi vorremmo sapere la verità, vorremmo un progetto audace, magari doloroso, ma che abbia un senso.

Per noi poi in Ticino il depauperamento della nostra storia, l'invasione di colletti bianchi a flotte, di ricchi che in un attimo diventano concittadini privi di qualsiasi prassi di integrazione, sbattuti in autostrada e in attici senza pagare alcun tempo a permearsi di svizzeritudine, questo esplodere del senso dell'oggi (pago meno e poi vediamo) vuoto di domani, tutto questo sta divenendo una vertigine che la gente sente e la politica no, l'economia nemmeno perché parla di competitività e fiscalità, di globalizzazione e concorrenza folle.

Noi non potremo competere su questi temi se con eccellenza, qualità, sicurezza, pace sociale, giustizia e un modo profondamente svizzero di rispettare il prossimo.

La grande sfida, a mio parere, sarà la capacità di rallentare, a questa andatura è solo probabile uno schianto nel muro della povertà e dell'imbarbarimento.

Rallentare perché veloci come abbiamo pensato di andare ci ha portati qui, messi mali, sul bordo di un baratro.