Treno
Il tema Treno o meglio trenino è cominciato a sette anni quando lo zio Adriano (in realtà un caro amico di famiglia) convinse i miei a regalarmi il primo Märklin. Da allora ogni ricorrenza della mia vita è stata segnata da una locomotiva o un vagone e poi ora finalmente un plastico in costruzione che certamente finirò nel 2050 perché fatto con un caro amico Giorgio con il quale passo la vita a litigare due anni e andare d'accordo sei mesi. Quindi i lavori languono, ma la collezione cresce. Nel contempo mi sono pure innamorato dei treni quelli veri, viaggio appena posso sulle rotaie e visito incontri e presentazioni. Il treno lo amo perché ci permette di vivere il viaggio, guardarsi attorno, prendersi il tempo, non ha lo stress dell'aereo, le code dell'auto e quindi è certamente il modo che amo di più in assoluto. In questa situazione troverete sempre nuove foto o informazioni sui due temi.
Treno
I trenini di Arbon
Chi mi conosce sa quanto ami i trenini elettrici, li colleziono da quando ho 5 anni, una specie di zio Adriano mi ha insegnato fin da piccolo a collegare cavi, lavorare gesso e carta pesta, il suo plastico ad Ala di Trento era molto per me. Ogni volta che si andava in questa grande casa affacciata sulla piazza del paese, mia mamma parlava e faceva cose di donne, io vivevo nelle stanze del plastico e sognavo la mia passione. Non mi ha mai lasciato, ogni tanto mi addolora perchè non sono ancora riuscito a costruire un plastico grande come vorrei e spero ogni giorno che quel tempo arrivi. Nel mio non ci sarà dolore, sporcizia e pochezza umana, solo fiori, fiumi, laghi e persone che si vogliono bene, tante risate e ovvio belle auto.
Arbon è un luogo magico di me: ero divorziato da non molto, durante le vacanze di Novembre a Friedrischafen si tiene una fiera del modellismo e ci andavo con i miei due figli piccoli, poi solo con Francesco, ora più. Lì ho i ricordi di grandi cotolette, serate a guardare il lago e il treno Thurbo che passa nella notte, Gabriele dirmi che il fratello russi come un trattore, vestirli ed amarli, senza tempo.
Passeggiando scovai un negozietto di trenini elettrici, gestito allora da una coppia anziana di cui vi ho scritto già.
Ieri ero a Romanshorn per lavoro e prima di partire per una nuova destinanzione ho deciso di passare a salutarli e comperare qualcosa. Parcheggio, l'auto c'è, ho il terrore di vedere il negozio chiuso. La vetrina è quella di sempre, il concetto di disordine creativo qui raggiunge il suo massimo, con locomotori SBB rossi smunti dal sole a prezzo normale.
Entro, ci sono, lui con i sue due ampli mi sorride, lei anziana seduta pure, mi riconoscono. Nel mio tedesco stentato dico loro che sono felice di vederli, poi vado in uno spazio a lato, sulla destra, due scale, mi scendono le lacrime sul volto. Sono commosso, lo sono anche mentre scrivo, perché mi rende felice vederli nel loro negozio, mi dicono che sia da 55 anni. Scaffali zeppi di cose, se siete appassionati di modellismo ferroviario dovete passarci, automobiline, cose vecchissime e novità, giornali, cataloghi, tutto pieno pieno. Torno nella sala principale, ovviamente compero qualcosa, lui scrive a mano su quei blocchetti con la carta carbone. La mano un poco trema, ma la grafia resta pulita, i conti li fa a memoria. Poi passa a lei le etichette per scaricare dal magazzino gli oggetti acquistati, l'azione richiede al computer diversi minuti, se andate da loro datevi del tempo, datelo a loro.
Chiedo come stiano e la risposta è la seguente: ci amiamo da una vita intera, uno di noi andrà via prima, l'altro sa che dovrà sistemare, fino a quel giorno la porta è aperta, noi siamo vivi.
Pago, li guardo, è come si mi facessi una fotografia del cuore di loro, lui mi sorride, lei è seduta mi sorride.
Chiudo la porta, ho le lacrime di nuovo, con questo odore di lago, il mio sacchettino, tiro su la zip della giacca, piove.
Sono commosso, da una bellissima storia d'amore, da un negozio zeppo di ricordi, dalla mia infanzia che non va via e da tutte le persone che ho smarrito in cielo nel treno di questa vita. So anche che questa stazione di Arbon dei mie due anziani non ha molto tempo. Ma il tempo di amarli questo mi resta perché é scolpito dentro di me.